Attila al Manicomio dismesso di Rovigo

aprile 25, 2022

(Si vis legem, para bellum). Dopo tre anni e mezzo, con la dipartita dell’associazione comodataria, all’ex Manicomio di Rovigo, “protetto” come Monumento Storico dai Beni Culturali, a pare ca sia passà Attila: scomparsi quintali di documenti – “dati sensibili” e vestiti dei pazienti, mobili delle Suore e del Direttore, 75 letti completi, decine di termosifoni, pignattoni della cucina, il carrello portavivande del II donne, quintali di suppellettili da cucina (per 700 pazienti), l’armadietto di Toni Casotto, la scopa di Rizzieri del III… e tutti i muri dei reparti esterni, del Monumento Culturale, imbrattati di scritte. Chi pagherà per il saccheggio di fronte alla Legge: il direttore Ulss5 Compostella ora pensionatoon tanto di medaglia, il direttore tecnico Fasiol (pensionato con gratifica) con l’attendente Piccoli, Vezzaro-Vendramin dell’associazione in comodato, il Procuratore Ruperto per omissione d’atti d’ufficio? Il Manicomio segregato ed escluso dalla società, segregato ed escluso anche dalla Legge?

Al Procuratore della Repubblica
OGGETTO: furto di materiali e deturpamento dei muri dei reparti dell’ex manicomio provinciale protetto dai beni culturali

IL MANICOMIO AI BENI CULTURALI
«Complesso dichiarato di notevole interesse culturale, ai sensi dell’articolo 12 del D.Lgs. 42, con Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in data 22 agosto: D.Lgs 22 gennaio 2004 n. 42 “Codice dei beni cul-turali e del paesaggio” 2008, parere Soprintendenza di Verona prot. 1952 dell’ 11 febbraio dell’2008»: “in quanto costituisce preziosa testimonianza storica e architettonica di manicomio modello tipologicamente definito secon-do i criteri riformisti che guidarono i tecnici – sulla base dei medici alienisti – nella progettazione delle case di cura all’ inizio del Novecento”. Unico Manicomio ,ancora intatto a livello nazionale, a disposizione circo-lare modello Tamburini dei primi anni del ‘900. Unico esempio, addirittura a livello mondiale, di ospe-dale strutturato secondo il modello di carcere ideale Panopticon di Jeremy Bentham, fine del Settecento.

MANICOMIO DI ROVIGO IN “COMODATO”
Il Manicomio dismesso di Rovigo (Ospedale Psichiatrico Provinciale, attivo nel periodo 1930-1997)  occupa una superficie di 22 ettari con 27 edifici tutti ricoperti di piastre di eternit (una lega cemento-amianto) per circa 16.400 mq.: l’area è dismessa e completamente abbandonata, con edifici anche parzialmente crollati, dal 1997. Da maggio 2018 l’area è stata data in “comodato” ad una associazione di Vicenza che vi ha organizzato attività commerciali, visite fotografiche a pagamento, feste ed avvenimenti vari con afflusso anche di migliaia di persone. L’appalto è stato rinnovato il 23 dicembre 2020 ed è stato rescisso a novembre dell’anno 2021.

MANICOMIO ALL’AMIANTO
La verifica Arpav del settembre 2018, sull’area manicomiale, pervenuta in data 08/10/2018 agli organi competenti, rileva per alcuni edifici I.D. compresi tra 25 e 44. Pertanto, come previsto da DGRV 265/2011, per gli edifici con indice compreso tra 25 e 44, dovrà essere prevista la bonifica entro tre anni. A seguito di ciò l’Aulss 5 Polesana ha approvato un progetto da oltre un milione di euro (lotto1: 783 mila euro, lotto2: 389 mila euro = 1.172.000) per lavori di bonifica e messa a norma dei manti di copertura deteriorati dell’ex Manicomio Provinciale: «Deliberazioni del Direttore generale, Ulss 5 Polesana, 20 giugno 2019. OGGETTO: Lavori di bonifica dei manti di copertura e dei rivestimenti isolanti degli impianti costituiti da materiali contenenti fibre di amianto di diversa tipologia presso l’ex ospedale psichiatrico provinciale di Rovigo – Approvazione progetto di fattibilità tecnico economica». Non risulta che i lavori di bonifica amianto siano stati completati, in data odierna, anche se sono passati più di tre anni dal rilevamento Arpav.

CENSIMENTO DEI BENI MATERIALI E DOCUMENTI
L’Aulss5 Polesana, proprietaria e conservatrice dell’area, ha per caso fatto un censimento (la domanda è naturalmente retorica) della quantità enorme di documenti, dapprima messa a disposizione senza controllo di privati e poi esposta al pubblico? E dei materiali, anche pregevoli, situati in alcuni edifici, tipo armadi e mobili delle suore, un prezioso episcopio al III uomini? L’Aulss5 ha fatto un censimento dei materiali e documenti per poter verificare se alla fine dell’appalto non manchi qualcosa?

PICCOLO INVENTARIO PRIVATO
Nella descrizione seguente si usa la nomenclatura anni ’80 del Manicomio Provinciale. Portineria: sul tavolo della portineria, in bella evidenza un documento coi medici di guardia del periodo anni ’90. Direzione: al piano terra lungo il corridoio in almeno sette stanze a destra e sinistra sono conservati scatoloni di libri anche storici: documenti di servizio dei medici, corsi di aggiornamento per infermieri, documenti di lavoro vari, cartelle elettorali dal 1980 con tutti i nomi e quant’altro; al primo piano è situato l’alloggio dell’economo con qualche materiale dei residenti, tipo manifesti, giornali e altro, poi ci sono le sale dei medici di servizio ed anche qui qualche oggetto, anonimo, tipo scatole di medicine e chiavi. Ex Neuro – Centro Ospiti, padiglione speculare alla Direzione: qui negli uffici al piano terra c’è vario materiale di servizio con cartelle degli infermieri (Tiziano Rizzieri, Giancarlo Saccardin, Marina Tosi…), schede marcatempo nominative dagli anni ’80, ed anche documenti dei pazienti con disegni, prescrizioni medicinali e referti vari fra cui l’armadietto di Tony Casotto. Osservazione: documenti a iosa dell’O.P.P., con fogli di registro presenze che partono dagli anni ’60. Lavoratori Uomini e Donne, qui sono archiviati a scatoloni ed in scaffalature apposite  documenti del dismesso Ospedale Civile. Lavoratori Uomini e Donne, poi Centri Ospiti: documenti nominativi dei malati, con prescrizione anche delle medicine, fotografie e cartoline, documenti delle gite ed altro ancora. Retro cucina e Alloggio suore e cappellano: soprattutto nell’alloggio del cappellano c’è una grande quantità di documenti sparsi a terra in un disordine totale, lettere e documenti personali di vario tipo del parroco, bollette, registrazio-ne ai giornalisti, documenti auto, filmati, cartoline e diversi certificati di morte e permessi per il fune-rale, di pazienti degli anni ’70… III reparto uomini:  è per lo più vuoto ma al primo piano, negli stanzini infermieri, si conservano reliquie dei malati, manifesti delle feste, un quadro di Luciano Brandini, una cartella di poesie del maestro americano Randolph Shackelford, prescrizioni medicinali con la fila di nomi dattiloscritti di tutti i pazienti, indumenti riconoscibili dei pazienti (il maglione viola di Totera, il cappello di Dante), le valigie di cartone coi nomi… Per finire, resta la Chiesa che (già saccheggiata) è vuota. Su 9 padiglioni che saranno messi a disposizione dell’Associazione in appalto ed ai turisti, 8 contengono “dati sensibili” e materiale ospedaliero e personale di vario tipo.

IN MOSTRA I DATI SENSIBILI Tra l’altro, come già segnalato invano alla Procura sorda ed orba di Rovigo (Reggio Calabria?) diversi documenti e “dati sensibili” degli ammalati, con una apposita sezione su pazienti psichiatrici parenti di aspiranti Carabinieri (tutti con nome e cognome), ma anche fogli di servizio di medici ed infermieri, sono stati successivamente esposti – anche abbinati a fogli di giornali pornografici, dall’associazione appaltante nelle “visite” a pagamento all’ex manicomio.

COMPETENZE DI CHI SCRIVE
L’associazione Biancoenero, guidata da Roberto Costa autore (unico a livello nazionale) di quattro pubblicazioni su Manicomio di Rovigo, che per sei anni 2013-18 ha organizzato “visite guidate” all’area manicomiale, ha più volte “segnalato” all’Ulss5 ed alla Procura, – con tanto di documentazione fotografica, la scomparsa di materiali vari dal manicomio: i mobili preziosi delle suore, materiali e documenti medici e dei pazienti, armadi, l’armadietto di Toni Casotto, le pignattone della cucina, i 75 letti del III uomini (alcuni dei quali comparsi poi in una mostra a Vicenza della nota Associazione vicentina, arredi dalla chiesa, utensili vari, centinaia di stoviglie…

FOTO E DESCRIZIONE ALCUNI MATERIALI “scomparsi”
Di seguito alcuni materiali documentati ora scomparsi dal manicomio. III Reparto Uomini: 75 letti completi di materasso; portavivande in alluminio del III donne; alcuni pignattoni della cucina. Più fotografie di documenti sensibili degli ammalati, e fogli di servizio degli operatori esposti al pubblico.

COMPETENZE DI CHI SCRIVE
L’associazione Biancoenero, guidata da Roberto Costa autore (unico a livello nazionale) di quattro pubblicazioni su Manicomio di Rovigo, che per sei anni 2013-18 ha organizzato “visite guidate” all’area manicomiale, ha più volte “segnalato” all’Ulss5 ed alla Procura, – con tanto di documentazione fotografica, la scomparsa di materiali vari dal manicomio: i mobili preziosi delle suore, materiali e documenti medici e dei pazienti, armadi, l’armadietto di Toni Casotto, le pignattone della cucina, i 75 letti del III uomini (alcuni dei quali comparsi poi in una mostra a Vicenza della nota Associazione vicentina, arredi dalla chiesa, utensili vari, centinaia di stoviglie…

LE SCRITTE SUI MURI DEI PADIGLIONI
In occasione dell’apertura ufficiale del parco del manicomio, avvenuta in data 7 ottobre 2018, l’associazione comodataria ha pitturato diverse scritte sulle mura di diversi reparti dell’ex Ospedale, che è “vincolato” dai Beni Culturali, Altre, a completare la lordatura degli edifici, si sono aggiunte nel tempo.

DI SEGUITO FOTO
Di seguito 10 fotografie di scritte a lordare i muri del Monumento Culturale, anche se sono di contenuto poetico è come se si scrivesse Viva Garibaldi con la bomboletta spray  sulla pancia del cavallo di Garibaldi in piazza a Rovigo.

IO SO I NOMI
Nell’eventualità di diversi reati perseguibili per Legge (furto, imbrattamento di edifici “protetti”, esposizione al pubblico di “dati sensibili” di pazienti psichiatrici, mancata osservanza dei tempi di bonifica amianto…) si fa presente che l’associazione comodataria “I luoghi dell’abbandono”, che ha gestito in forma privata l’ex Manicomio Provinciale da giugno 1918 a novembre 2021, è guidata da Devis Vezzaro ed Erika Vendramin, che il Direttore Generale  Ulss5 nel periodo dell’appalto è il dottor Antonio Compostella, che il Responsabile Servizi Tecnici Ulss 5 (competente all’ex Manicomio) e compare dell’associazione è l’ingegner Rodolfo Fasiol, assistito pari pari  dal geometra Piccoli.

SEGNALAZIONE-ESPOSTO A TUTELA DEL PATRIMONIO PUBBLICO
Il manicomio Provinciale di Rovigo è stato chiuso il 31 dicembre 1997 con tutto il materiale d’uso (fino a pochi giorni prima). Solo le cartelle cliniche degli ammalati sono state trasportate all’Archivio di Stato, il resto è stato lasciato lì. La Cucina, ancora in servizio, è stata dismessa nel 2000.

Egregio Procuratore, nelle sue funzioni di controllore e garante della legalità nel territorio, mi chiedo se possa verificare se ci siano estremi di reato sul materiale “furtato” (letti, pignatte, mobili Direttore e Suore, posate e stoviglie da cucina per 700 ospiti, maniglie in ottone delle porte, decine e decine e decine di termosifoni in ghisa per il riscaldamento divelti dai muri, centinaia di vestiti dei pazienti, degli infermieri e quant’altro) dall’ex Manicomio Provinciale di Rovigo “vincolato” dai Beni Culturali, sui quintali di documenti scomparsi (coi “dati sensibili” degli ammalati, documenti e lettere dei pazienti, fogli di servizio degli Operatori e dei Medici con nome e cognome, documenti di archivio come gli schedari sulle Elezioni dal 1970 e quant’altro),  sulle scritte a deturpare tutti i muri esterni dei reparti, oltre a verificare lo stato interno dei reparti, come ad esempio il III Uomini dove per un anno sono stati scaricati quintali di fango per una mostra sull’alluvione.
Chissà perché mi viene anche in mente l’Articolo 9 della Costituzione dove si sancisce che la Repubblica «Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione».
Inoltre chiedo anche se siano stati violati i termini di legge per la mancata bonifica dell’amianto ad oltre tre anni dalla segnalazione Arpav.
Il sottoscritto richiede altresì di essere informato ai sensi dell’art. 408, 2 comma c.p.p. dell’eventuale richiesta di archiviazione.

ORGANI SUPERIORI
Viste le precedenti segnalazioni di questo tipo, a mio avviso pertinenti e legittime, ignorate e archiviate reiteratamente dalla Procura di Rovigo (anche con palesi avversioni alla giustizia, e pregiudizi nei miei confronti popolani a scapito dei potenti Amministratori), mi riserbo di fare una segnalazione all’Organo Superiore con l’unico intento che venga applicata la Legge.
Rovigo, 25 aprile 2022
In fede ed in coscienza umana,
Roberto Costa

P.S. – INTANTO L’AVVOCATO CERONI
Intanto il noto avvocato Giovanni Ceroni del “foro” di Vicenza, considerato il Ghedini delle prealpi vicentine, l’ambarabbà ciccicoccò della legislatura locale, l’angelo del ciclostile telematico de “I luoghi dell’abbandono”,  da fonte riservata e protetta da deontologia giornalistica, pare si stia sfregando le mani perché oltre a difendere lautamente il suo assistito Devis Vendramin (10 mila euro per il rimborso assicurazione per incidente auto) si auspica prelibate prebende anche dal vicentino Compostella Diretto Ulss5 (tò i vicentini al manicomio di Rovigo?) pronto a difendere il suo Direttorato contro le evidenti diffamazioni di Costa. Daì Ceroni!!!

 

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